LE STELLE FISSE
di Cristina Arnetoli
Uno degli argomenti astrologici oggi più tralasciato, e che inevitabilmente
incuriosisce il cultore dell'astrologia che spesso lo trova soltanto accennato nelle sue
letture, è quello relativo alle stelle fisse.
È pur sempre vero che di questo metodo interpretativo se ne facevano latori gli antichi e
che al giorno d'oggi non se ne tiene più tanto conto, se non in maniera marginale, ma è
altrettanto vero che conoscere il significato, la natura e la posizione almeno delle
principali stelle fisse è un punto in più, una chiave secondaria nella lettura di un
grafico oroscopico che aiuta e, in alcuni casi, ne determina l'interpretazione.
Gli egiziani davano molto rilievo ai pronostici natali basati sulle stelle fisse, mentre
greci e romani usavano questo metodo per le previsioni dei mutamenti atmosferici e della
qualità e quantità delle produzioni agricole.
Il calendario babilonese teneva conto principalmente di quattro stelle di prima
grandezza: Aldebaran, della costellazione del Toro, posta a guardia dell'Est; Antares,
della costellazione dello Scorpione, a guardia dell'Ovest; Regulus, della costellazione
del Leone, guardiana del Nord; Fomalhaut, della costellazione dei pesci, a guardia del
Sud.
Esistono in cielo 22 stelle di prima grandezza tra le cinqu-seimila visibili ad occhio
nudo e, ancor oggi, in astronomia si tiene conto della classificazione stabilita da
Ipparco nel II° secolo a.C., basata sul grado di luminosità della stella e non sulla sua
grandezza.
Da notare che in astrologia i segni zodiacali niente hanno in comune con il discorso
delle stelle fisse, in quanto di origine e natura solare e, quindi, un discorso
interpretativo viene basato essenzialmente sulla natura delle stelle in congiunzione o in
opposizione con i pianeti, il Sole, la Luna, l'Ascendente ed il Medium Coeli del tema di
natività.
Taluni autori come Tolomeo (Tetràbiblos) ritenevano talmente determinante l'influsso
delle stelle fisse congiunte ad un punto nevralgico del sistema solare da attribuire
significati diversi da quelli della tradizione. Lo stesso Tolomeo ci ha lasciato un
elenco delle principali stelle visibili, indicando di ognuna di esse la natura in
rapporto a quella dei pianeti; ed è della compatibilità di questa natura rispetto a
quella del pianeta con cui viene a trovarsi in aspetto che viene tenuto conto
nell'interpretazione astrologica.
Ad esempio Antares che riunisce la natura di Marte-Giove, congiunta agli stessi pianeti
Marte o Giove ne aumenterà la qualità, mentre Pollux, di natura marziana, congiunta a
Venere ne diminuirà o impedirà in alcuni casi l'effetto.
Secondo la tradizione Algol o Testa della Medusa (25° 28' di Toro) è la più malefica
stella esistente (natura Saturno-Giove) e viene indicata come istigatrice alla crudeltà
ed alla violenza, specie in aspetto con Saturno, mentre le Pleiadi (29° 25' di Toro), di
natura Luna-Marte, sono prese in considerazione per indicare i disturbi alla vista e agli
occhi (specie in aspetto con i Luminari).
Da notare che, sempre in accordo alla tradizione astrologica, le stelle fisse vengono
prese in considerazione soprattutto nella diagnosi dello stato di salute o di
predisposizione alle malattie. Aldebaran, stella gigante rossa posta a 9° 5' dei Gemelli,
dona popolarità, audacia e coraggio se ben messa con l'Ascendente, mentre essendo di
natura marziana, secondo la tradizione avrà effetti malefici con i pianeti malefici come
lo stesso Marte o Saturno.
Spica, posta a 23° 8' di Bilancia apporterà un influsso intellettivo fuori dal comune se
congiunta a Mercurio, mentre Accrux (11° 11' di Scorpione), la più luminosa della
costellazione della Croce del Sud, è importante nei temi natali degli astrologi e degli
occultisti specie se significativa in quarta, ottava, nona, decima o dodicesima
casa.
Betelgeuse, gigante rossa di luminosità variabile, congiunta a Giove è indice di grande
fortuna, mentre con Saturno di povertà e di rovina. Antares (natura Marte-Giove),
considerata altamente malefica, è indice di morte violenta. Fludd l'accostava alla natura
di Marte-Saturno e congiunta all'ascendente, specie in Sagittario, conferisce magnanimità
e conoscenza, ma anche ostinazione e violenza. Vega, stella bianca molto luminosa,
associata nella tradizione greca alla lira a sette corde, simbolo dei sette pianeti, che
Hermes inventò, in accordo alla sua natura mercuriana e venusiana, congiunta al Sole,
all'Ascendente o a Venere o a Mercurio stessi, è sinonimo di bellezza, socievolezza,
gusti raffinati e simpatia, così come Caphir, posta a 9° 27' di Bilancia, e Alhena,
situata a 8° 24' di Cancro.
Secondo il Cardano, Folmalhaut congiunta al Sole o alla Luna è indice di celebrità,
mentre per altri autori, data la sua natura saturnio-mecuriale, che la predispone al
pensiero meditativo e profondo, viene collegata a forme di espressione spirituale.
Arcturos, gigante rossa, viene considerata nettamente favorevole a ricchezze, fama e
gloria, specie se posizionata al Medium Coeli.
Nelle antiche religioni le stelle fisse venivano associate all'idea dell'eternità e da
qui all'onniscienza e all'onniveggenza, qualità accostate al Sole di giorno , alle stelle
di notte.
Nella tradizione indù, i sette simboli della saggezza dimorano nelle sette stelle della
Grande Orsa, mentre l'idea di preesistenza delle stelle al nostro sistema solare è la
base della concezione astrologica secondo la quale sono le stelle che inviano forze
vitali ai pianeti e, di conseguenza, questa forza viene assorbita e riadattata dai
pianeti, ognuno secondo la propria natura.